A vent'anni...........
Pensi di essere donna,forse lo sei e gli altri ragazzi ti vedono come tale.
Quello che non vedono è che siamo così diverse da loro.
A vent'anni...........
Mio padre mi diceva di non fare tardi la sera, ma gli piaceva LUI, si fidava.
Quello che non vedeva è poi successo, ero così diversa da LORO........ a vent'anni.
Padre........dov'eri quando avevo...vent'anni?
( Scritto questo post facendo uno sforzo immane)
Deve essere una parte della tua vita molto dolorosa
RispondiEliminaSi, un padre assente, o poco presente, non deve fare molto piacere!
RispondiEliminaScrivere è terapeutico. Non importa se il testo è criptico. Quello che conta è riuscire a scrivere.
RispondiEliminaGuardare il mostro negli occhi.
Senza abbassare lo sguardo.
Senza più troppa paura.
Non per cancellarne la memoria, ma per non vivere più nella sua ossessione.
Come tu stessa scrivi è uno sforzo immane.
Ricordare. Per scrivere.
Riprovare lo stesso identico dolore di allora.
Intatto. E pulsante.
No. Non è assolutamente facile.
Ma tu, Chiara, sei una ragazza coraggiosa
Un abbraccio grande
Marilena
Bello! E' un poesia, moderna, sofferta, piena di amarezza. Mi verrebbe di farti qualche domanda, ma mi astengo, non me la sento. Magari se le capisci ...
RispondiEliminaCerti padri quando le figlie hanno 20-anni...con ci sono mai.A quelle figlie resta solo il triste ricordo di non aver mai conosciuto il padre.Capisco!
RispondiEliminaLe capisco forse le domande che vuoi farmi Luigi.
RispondiEliminaSi Lorenzo, è una parte della mia vita molto buia, ci sono uscita ormai ma non completamente. Non faccio colpe a nessuno in famiglia, forse è un secondo prezzo da pagare, obbligatorio.
RispondiEliminaNon è stato assente nella mia vita Serenella, ma solo in un particolare momento. Forse dove avevo più bisogno di lui.
RispondiEliminaGrazie dei commenti, molto belli
Si Francesca, è vero, infatti questo brutto ricordo, che poi si tramuta sempre in rimorso non vorrei averlo. Mio padre è ancora vivo, è venuto il momento di affrontarlo credo.
RispondiEliminagrazie del commento
Marilena, grazie.
RispondiEliminaAnche se in questo caso non serve riprovare lo stesso dolore e non voglio perdonare, non esiste proprio.
Voglio solo che mio padre mi dica si, hai ragione.
Sai Chiara, rimuginare il passato, specie se causa di sofferenza o dolore, è una inutile tortura, rievocarlo no, è salutare, è segno del suo superamento.
RispondiEliminaQuanto alle domande non ne ho più da fare.
Ciao.
Affrontarlo? Avrà più o meno la mia età (io ho 72 anni), perchè dici affrontarlo?
RispondiEliminaSe non è aperto al dialogo a questa età, potrebbe essere del tutto inutile affrontarlo.
Io credo che sarebbe più giusto pensare e provare a dialogare.
Ma tu hai la maturità per valutare e decidere il tuo comportamento.
Però l'approccio non dovrebbe essere come su un ring, ma quello di parlare affettuosamente a una persona che non si aspetta altro.
Chiara, leggo la tua replica a Marilena e intervengo di nuovo.
RispondiEliminaSai, nel paese dove sono cresciuto c'è un proverbio che italianizzo.
Premetto, non ti offendere.
Il proverbio recita:"La ragione è dei fessi".
Cosa vuol dire? Che quando si "pretende" di aver ragione e la controparte finisce col darti ragione, ci si può accorgere l'ha fatto per quieto vivere o per sfinimento, ma che continua a pensare di aver ragione lui.
Vuol dire anche (vedi, la polivalenza dei proverbi) che avere il riconoscimento della propria ragione è ormai tardivo e inutile, il danno è fatto ed è irreparabile.
Ma sono certo che tu vorrai "ragionarci" con calma e con affetto filiale per persuaderlo ad ammettere non che tu avevi ragione ma che lui aveva torto.
Se non c'è questo spiraglio, potresti inasprire inutilmente il rapporto con tuo padre e allora meglio lasciar perdere, ognuno viva la sua vita a modo proprio.
E'vero, non bisogna rimugginarci sopra, è un modo per non affrontare il problema e farsi del male inutile.
RispondiEliminaInfatti lo sto rievocando con un fine ben preciso, parlare con mio padre.
E' un fatto di amore per il padre, non vuoi mai che ammetta un torto, mi sentirei come fargli del male ( credimi, le figlie sono diverse dai figli maschi ed hanno un rapporto molto complicato con il proprio padre, complicato a livello emotivo intendo). Quindi, in questo caso vorrei che mi dicesse che avevo ragione, che non ho fatto del male a nessuno.
RispondiEliminaSi Luigi, quando parlo di affrontarlo intendo affrontare me stessa, affrontare la situazione.
RispondiEliminaAmmazza Luì!! Me sembra de sta in conferenza, nun faccio in tempo a risponne e me metti n'artro commento!!!
RispondiEliminaScherzo ovviamente, mi fa piacere questo dialogo.
RispondiEliminaMa noi romani sdrammatizziamo in questo modo, prendendo in giro l'interlocutore. Non è cattiveria o insensibilità, è amicizia
Chiara, l'ho ripescato, vedi? Ti ho mandato una mail, con un allegato.
RispondiEliminaSe mi risponderai e vuoi saperne di più ti darò altri elementi.
Grazie Luigi, sei moto caro
RispondiElimina