domenica 21 febbraio 2010

A Marco




Ci sono doveri, caro Marco, a cui non ci si può tirare indietro.
Ci sono persone che non possono andare contro il loro destino, un destino fatto di battaglie per la libertà e la legalità.
Vedi, caro Marco, sono morte delle persone proprio per gli ideali che tu difendi ogni giorno; ma soprattutto sono morte persone affinchè tu abbia e difenda la libertà di scrivere e dire le proprie opinioni.
Sono morti dei magistrati, dei politici, dei sindacalisti, perchè in questa Italia si muore anche perchè si fa il proprio dovere.
In nome di queste persone ti chiedo di continuare.

A Marco Travaglio

martedì 9 febbraio 2010

La vendetta



E ora i cani si mordono fra loro.



CITTA' DEL VATICANO -
E' in corso "una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice". Lo afferma la Segreteria di Stato vaticana in una nota in cui smentisce le ricostruzioni di stampa sul coinvolgimento del direttore dell'Osservatore Romano nel caso Boffo. Una nota insolitamente dura e inedita nel suo riferimento esplicito alle vicende delle segrete stanze vaticane. E che è arrivata dopo un lungo silenzio sulle notizie che si sono rincorse e accavallate soprattutto nell'ultima settimana, quando la vicenda delle dimissioni del direttore del quotidiano della Cei Avvenire, Dino Boffo, provocate dalla campagna del Giornale di Vittorio Feltri - basata su una velina poi rivelatasi falsa - è riemersa con prepotenza a seguito di un "pranzo riparatore" tra i due giornalisti. Il nome di Giovanni Maria Vian, direttore del quotidiano della Santa Sede, è stato tirato in ballo da Feltri, insieme a quello del segretario di Stato Tarcisio Bertone, come possibili "mandanti" dell'operazione Boffo, presunto "colpevole" di una campagna critica sugli scandali personali che hanno coinvolto il premier Silvio Berlusconi nell'ultimo anno.

Una nuova fiammata su una polemica che ha lacerato il Vaticano come poche volte in passato, e che giunge al culmine con la nota di precisazione di oggi. Le "notizie e ricostruzioni" apparse sulla stampa a proposito del coinvolgimento del direttore dell'Osservatore romano Vian nel caso Boffo "non hanno alcun fondamento", dice la sala stampa vaticana che aggiunge: "E' falso che la velina contro l'ex direttore dell'Avvenire venisse dall'Osservatore Romano". "Il Papa - fa sapere la Santa Sede - che è sempre stato informato, deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perché chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia".


Sul fatto che Ratzinger sia costantemente informato di quel che sta accadendo, torna con altrettanta insolita insistenza anche l'Osservatore romano, che pubblicando il testo della nota aggiunge la premessa: Papa Benedetto XVI "ha approvato personalmente il testo e ne ha chiesto la pubblicazione".

In particolare, sottolinea la Santa Sede, "è falso che responsabili della gendarmeria vaticana o il direttore de L'Osservatore romano abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di "Avvenire"; è falso che il direttore de "L'Osservatore romano" abbia dato - o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo - informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate".

A giudizio del Vaticano, piuttosto, "appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili - ripetute sui media con una consonanza davvero singolare - che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore de "l'Osservatore romano", in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia".