sabato 30 maggio 2009

Pensieri (sparsi) per un racconto


















Sei una lucertola e io sono il muro in pieno sole.
Fuori da me potresti gelare.

Sento il tuo cuore che palpita, ma non perché mi stai sdraiato addosso: lo sento sulla punta più estrema di te.
Sento i tuoi battiti direttamente nella pancia.
Io, se per caso tu morissi, me ne accorgerei prima di te.

mercoledì 27 maggio 2009

Ci vuole fantasia





A monnezza de Roma



Roma è sporca. Grazie alla lungimiranza del nostro presidente del consiglio ora lo sappiamo.
Ma leggendo qua e là ho notato che le preoccupazioni degli opinionisti sono tutte rivolte ai turisti, che ne pensano i turisti? Cosa dicono di Roma? E' vero che la capitale è sporca?

Io chiedo a gran voce: MA NOI ROMANI CHE DICIAMO?????
CE VOLEMO SVEGLIA'?
A monnezza chi la getta a terra?
E strade le volemo pulì come dio comanna??
A volemo fà a raccorta differenziata ?
Questo chiedo al sindaco, senza troppa dietrologia chi ce stava prima chi mò c'è adesso.
E poi perchè l'Africa come paragone? Non è razzismo questo??
Oppure siamo ormai talmente imbevuti dalle camicie verdi-nere che queste sono solo sottigliezze?

Post molto semplice, ma molto diretto...da romana de Roma.

lunedì 25 maggio 2009

Modo di dire



Mi ha sempre fatto ridere questo modo di dire molto romanesco che diceva , e dice ancora, mio padre quando magnava bene e tanto. Lo diceva sempre a noi figli e a mia madre a fine pasto. Il fine era anche un altro, come in tutti i modi di dire popolari c'è sempre una morale di fondo, in questo caso voleva dire, lavorate e siate onesti, un abbondante pasto non mancherà mai.

"NA BIRA, DU' SARCICCE, 'NA PERA E STO BENE PE' 'NA SETTIMANA 'NTERA"

domenica 24 maggio 2009

Er Coso

Noi romani agli occhi degli altri possiamo anche essere ridicoli.
Sentitirci parlare in casa o fra amici puramente romani de Roma.
Ho già postato qualcosa del genere riguardo al termine burino.
Ma non è finita qui!

Er coso.

Noi usiamo questo termine sia come sostantivo sia come verbo!!!!
Damme er coso! 'namo a cosà!
Tipica conversazione :
-A Frà e famme sta cortesia, appicciame sta stufa. -Va beh Chià damme er coso và! -Frà che me metti poi er quadro? -A Chià famme prima cosà sta cosa poi famo er resto.
Abbastanza chiaro? Più o meno disereste voi, ma noi romani comprendiamo benissimo.
Innanzitutto Frà non ha voglia di accendere la stufa, lo fa perchè io glielo avrò già chiesto 3 volte! Altrimenti avrebbe detto dammi l'accendino.
Poi usa il verbo cosare, cioè sta accendendo la stufa, che non ne ha voglia, e si sente dare un altro ordine, quindi usa il verbo cosare come dire: non mi dare altri ordini.
Altra situazione quando si usa questo termine è un misto di meraviglia e incazzatura.
Ma che è sto coso?
- Che me passi er martello Chià? - A Chià ma che è sto coso? Io invece del martello gli avevo passato la chiave inglese! ehehehee
Si usa anche quando l'altro ha magari una reazione imprevedibile, allora gli viene detto:
-Ma che è sto coso? -Che stai a cosà?
'Namo a cosà:
Lo usiamo quando tutti e due o gli interlocutori sanno quello che vanno a fare. E' una forma abbreviata per non ripetere il verbo dell'azione, e in questo caso ha una valenza di complicità, ma non sempre divertente.
Ad esempio, sempre io e Frà , sappiamo di dover fare le pulizia di casa, dopo una sosta uno dei due dice:
-va beh Chià, mò basta, annamo a cosà chè tardi.
Quando invece uno ci sta a guardare mentre facciamo una azione sbagliata con qualche attrezzo, quasi sempre ci viene detto:
-ma che stai fà cor quer coso?
Ovviamente ci possono essere altri usi di questo termine, la nostra fantasia non ha fine e fra qualche anno ci saranno sicuramente novità al riguardo.
Lascio a voi immaginare però l'uso che noi donne facciamo di questo termine...nella nostra intimità!
Ma che stai a fà cor quer coso?!
Chiara

venerdì 22 maggio 2009

Il traffico di Roma



Roma ha parecchie cose negative, come in tutte le grandi città.
In più ci portiamo dietro i difetti di noi italiani a dir poco molto approssimativi.
Uno dei problemi principali della mia città è il traffico. La cronica mancanza di mezzi pubblici, una metropolitana non adeguata alla grandezza della capitale, tenendo anche conto del forte movimento turistico in ogni giorno dell'anno, hanno fatto di Roma una città con parecchio inquinamento.
Non è fra le città peggiori, però ci sono punti nevralgici della viabilità dove l'inquinamento delle automobili si sente molto.
Al primo posto c'è la via Tibutrina all'angolo di via del Portonaccio. (io abito al tiburtino ma non da quelle parti). Subito dopo Largo Preneste , il via vai di auto e mezzi pubblici è impressionante, a seguire viale Europa (EUR) via Prenestina (sempre dalle parti di Largo Preneste) via Magna Grecia (tra S.Giovanni e il parco Egerio).
Ora conoscendo Roma faccio una considerazione. Alcune di queste zone sono servite molto bene con tram e autobus, addirittuta anche stazioni della metropolitana. la cosa mi fa pensare che non centra se più parti sono servite bene dai mezzi, ma paghiamo lo scotto della mancanza di un sistema globale di trasporto urbano e extraurbano. Un sistema che dovrebbe favorire gli spostamenti a lunga e media percorrenza. Tutti questi punti che ho citato prima sono punti di passaggio, di transito con le auto, non sono soltanto i residenti ad inquinare.
Detto ciò auspico che inizi una politica dei trasporti fatta con linee metropolitane in modo da alleggerire quello su gomma.
Molto è stato fatto in questi ultimi anni, ma non è abbastanza.
Una società civile si vede anche da questo.
Chiara

giovedì 21 maggio 2009

Al mio Amore

Dedicato ad Alberto perchè mi hai fatto conoscere il vero amore

Si, io ero così

Ero così negli anni fine 70-80.
Contenta di scendere in piazza a fianco di altre donne per rivendicare la nostra libertà.
Libertà di essere donne. Di essere diverse ma con gli stessi diritti.
Mi è servita molto questa esperienza.
Innanzitutto ho lottato per tutte le donne e sono orgogliosa di questo.
Ho lottato contro la guerra, per gli operai, per gli studenti.
Poi mi è servita come esperienza, e mi ha formata, formata nella mente.
Ho la mente libera da tutto il ciarpame che arriva in TV, ho capacità critica, mi sono conquistata la libertà di essere me stessa e donna, insieme ad altre donne e ad altri uomini.
Questa mentalità ora mi permette di sentirmi persona fra altre persone senza guardare il colore della pelle.
E se non guardo il colore della pelle non guardo nemmeno la religione.
Se uno o una di qualsiasi religione mi contesta qualche cosa sulle mie libertà individuali che mi sono conquistata in quelle piazze io gli strappo la lingua.
Proprio come avrei fatto con quelle persone che mi contestavano la minigonna. Se appartiene ad un'altra religione per me non c'è differenza, io sono laica anche per chi professa altre fedi.
Questo è per me un comportamento antirazzista.
Chiara

mercoledì 20 maggio 2009

Rione Monti



E' il più antico rione di Roma.
Nell'epoca romana veniva chiamato Suburra, in quanto era abitato dalla plebe.
Ha subito parecchie trasformazioni da allora, in particolare nell'800 ad opera dell'architetto Viviani.
Parecchie sono le vie in questo quartiere. Quelle più suggestive sono quelle che vanno da Via Cavour a via Nazionale, dove si possono trovare parecchie botteghe artigianali e piccole trattorie.
I turisti poco frequentano questa zona.
Ci sono parecchie cose da vedere, dai mercati traianei al Palazzo del Grillo fino alla loggoa del palazzo ( la torre dei Borgia).
Ma quello che nessuno potrà mai togliervi se andrete in questo rione è l'aria popolare che si respira, l'antichità e la storia di Roma. Documentandosi bene si assaporeranno tutte le vicissitudini che si sono succedute in questa parte della città, con le sue contraddizioni e le sue meraviglie.
Chiara

mercoledì 13 maggio 2009

A Lazio ha vinto la coppa Italia...




Beh non tutti i giorni possono essere felici.....oggi sicuramente non lo è.
(Post futile, ma per una tifosa della Roma tanto futile non lo è)

martedì 12 maggio 2009

Il sangue dei vinti



Una data indimenticabile per San Lorenzo, senz'altro la più importante nella storia del quartiere.
In questa data la capitale fu attaccata dalle formazioni di bombardieri alleati. Da San Lorenzo parte il bombardamento della città: è il primo quartiere ad essere bombardato ed è quello più duramente colpito.
Una parte degli ultimi stick sganciati investe in progressione il Viale dello scalo San Lorenzo e il viale del Verano che ne costituisce il proseguimento, le due strade che costeggiano sulla destra l’area ferroviaria. Quella prima raffica tocca anche largo Talamo, via dei Liguri, via degli Enotri, via dei Piceni. Almeno otto palazzi sono centrati, su queste strade; un altro è colpito all’inizio di via Porta Labicana.
La zona coperta da polveri e fumi s’allarga sempre di più, ad ogni ondata, e inevitabilmente i grappoli di bombe finiscono fino a tre, quattro, cinquecento metri di distanza dallo scalo. Viene investito in pieno il quartiere San Lorenzo, vengono centrati il piazzale del Verano e l’adiacente piazzale San Lorenzo.

Le maggiori devastazioni sono concentrate nel triangolo formato dal piazzale Sisto V, piazzale San Lorenzo, piazza Porta Maggiore.


L’unica breve relazione ufficiale italiana sul bombardamento parla di 3.000 bombe sganciate, tra quelle di grosso, medio e piccolo calibro, di oltre 2.000 morti e 2.000 feriti.

In realtà si è accertato successivamente che i morti non furono meno di 3.000 in quel bombardamento ed i feriti tra gli 11.000 e i 12.000.


Questo è il vero sangue dei vinti caro Gianpaolo Pansa.

Il sangue non di chi stava dalla parte sbagliata, ma di innocenti che stavano nelle loro case, nelle loro vie, nella loro città.

Chiara

lunedì 11 maggio 2009

Trastevere



Trastevere è sicuramente una delle zone più popolari e caratteristiche di Roma.
Nel corso degli anni Roma Trastevere ha mantenuto intatto il suo fascino regalandoci ancora oggi scorci pittoreschi e locali caratteristici dove trascorrere delle piacevoli serate.

Il Quartiere sito nelle vicinanze del lungo Tevere - il suo nome deriva dal latino trans Tiberim ovvero al di là del Tevere - è oramai considerato come luogo di ritrovo per giovani e per appassionati delle notti romane che, notte dopo notte, tramonto dopo tramonto si danno appuntamento in piazza Trilussa per bere una birra o per fare due chiacchiere.

È infatti al tramonto che Roma Trastevere assume un’immagine ancor più pittoresca e caratteristica. Le piccole abitazioni si illuminano grazie alle luci ambrate dei lampioni, i piccoli vicoli si affollano lentamente mentre il sole tramonta e nell’aria si diffonde l’odore del bucato appena steso.

Continuando a passeggiare non potrete non ammirare la magnifica Piazza Santa Maria in Trastevere e l’omonima basilica di Santa Maria in Trastevere magnifica costruzione che domina l’intera area.
Se dopo il passeggio ed un aperitivo siete affamati non potete non scegliere uno dei tanti ristoranti tipici che propongono piatti della cucina romana come “coda alla vaccinara” o “rigatoni cacio e pepe”.

Questo è quello che dicono le guide turistiche.
Nella realtà Trastevere non è più così.
Locali pronti a spennà chiunque se mova, romp....joni che te invitano a magnà a cucina de roma cor menù in inglese, menù che manco ce stanno fora e te dicono er prezzo o famo dopo!
Aòòò! Che è questa Roma?? Sembra er circo de Porta Portese!
Andiamoci pure a Trastevere, è robba nostra de noi romani, ma nun me dicano che rispecchia a Roma de na vorta!
Chiara

sabato 9 maggio 2009

Er giorno der giudizzio



Cuattro angioloni co le trombe in bocca
se metteranno uno pe ccantone
a ssonà : poi co ttanto de voscione
cominceranno a ddí : ffora a cchi ttocca.
Allora vierà ssù una filastrocca
de schertri da la terra a ppecorone,
per ripijjà ffigura de perzone,
come purcini attorno de la bbiocca.

E sta bbiocca sarà ddio bbenedetto,
che ne farà du' parte, bbianca, e nnera :
una pe annà in cantina, una sur tetto.

All'urtimo usscirà 'na sonajjera
d'Angioli, e, ccome si ss'annassi a lletto,
smorzeranno li lumi, e bbona sera..

G.Belli

giovedì 7 maggio 2009

I burini




Qui sto andando a cercare rogna! Lo so, ma una vera romana non può dimenticare er buriname che gira per la città.
Mettiamoci daccordo subito con il termine burino.
Chi è:
In modo serio burino è il contadino o il pastore che nei tempi andati veniva a Roma a vendere la merce. Quindi persone che risiedevano fuori Roma, in campagna appunto.
Pare che derivi da buro, cioè burro, infatti vendevano pure quel prodotto.
Altri pensano che derivi da bure, aratro, e anche qui rimanda a tradizioni contadine.
Ma se vi rivolgete ad un romano e gli date del burino quello non pensa se sta vendendo il burro o se ha un aratro a casa, quello ve manna a quer paese !
Anzi vi risponde: ma chi l'ha mannato sto burino aò?
Nella nostra terminologia il termine burino ha due significati , tutti e due non molto simpatici e forse usati anche impropriamente, vediamo il perchè.

1° significato:
Burino detto a un romano, significa che gli stiamo dando del coatto ( altro termine romanesco come borgataro), una persona non molto fine negli attegiamenti, grezza, provinciale.
Anche se coatto e borgataro lo usiamo più che altro rivolto a persone con un certo modo di vestirsi o atteggiarsi.
Qui intervengono finezze che solo noi romani capiamo.

2° significato:
Persona che parla da burino, con l'inflessione dialettale di chi abita nei dintorni della città o provincie limitrofe, con un tipico accento, vedi comico Martufello.
Serve anche per distinguere persone che abitano nell'urbe rispetto a quelli fuori Roma, una sorta di "sentirsi superiori".
Ecco perchè ho detto prima che il termine è usato anche in modo improprio.
Noi romani, se vogliamo essere antipatici, lo siamo davvero.
Infatti io chiamo burini i tifosi della lazio!
Ma non dimenticate, ed è molto importante, che tutti questi usi hanno sempre una punta di ironia. Non è mai usato con cattiveria!!!!
Quando vogliamo essere cattivi, noi romani, abbiamo ben altre parole!

Chiara

martedì 5 maggio 2009

Io romana de Roma e il mio sorriso

Ho imparato a prendere la vita per come mi viene data.
Non che io stia lì passivamente a subirla, anzi, ma prendo il bello e il brutto, il piacere e il dolore.
In ogni cosa dove noi siamo presenti ,anche nelle situazioni più belle, c'è sempre una parte oscura,imprevedibilmente negativa.
Esempi se ne possono fare a bizzeffe, ultimo è stato questo blog.
Un blog fatto con il sorriso,non per far conoscere la mia città ( nel bene e nel male Roma è conosciuta) ma per far trasparire le emozioni di noi romani mentre ci viviamo dentro.
Non sono emozioni di una turista, sono sensazioni di chi queste pietre le ha calpestate anche a piedi nudi, di chi ci ha sbattuto la faccia, di chi ha conosciuto amore e dolore, anche attraverso storie di altre.
Ma qui ci scriverò sempre con il sorriso sulla bocca, il sorriso di noi romani, sempre pronti ad accettarvi anche con delle battute, magari per voi improprie, ma che significano : viè quà fra! Nun te ne annà, mo famo grandi cose!
Un sorriso aperto, franco, amichevole, sincero.
Anche a quell'anonimo , io gli /le dico, dopo i giusti improperi che si è meritato, e viè qua, 'ndo vai tutto triste, e sorridi 'na vorta che la vita è bella.
Vieni a vedere Roma, viè a trovacce,'ndo vai sempre de prescia, ce famo du risate, annamo a trastevere a facce du bicchieri de quello bbono.
Noi romani,alla fine, siamo fatti così.
Chiara

domenica 3 maggio 2009

Piazza S.Giovanni



Terminato il concerto del Primo Maggio ho riflettuto un pò sul significato di questa piazza per noi romani.
La storia di questa piazza è infinita, non mi metto certo qui a raccontarla. Ma voglio mettere l'accento sulla festa di S.Giovanni che si tiene il 24 Giugno.
Piazza S.Giovanni è sempre stato un luogo di raduni, per noi a volte anche di ritrovo, ma soprattuto di ritrovo di massa, perchè?
Il 24 Giugno è un giorno particolare per noi, una festa pagana mescolata al sacro.
Nell'antichità ci si radunava per esorcizzare gli spiriti maligni e si mangiavano le lumache al sugo " la ciumacata".
Le lumache simboleggiavano la discordia, mangiarle significava allontanarle,averne il sopravvento.
Prima di recarsi in piazza erano obbligatori alcuni riti in casa, prima di uscire.
Le scope lasciate incrociate, er pizzico de sale sull'uscio, e "spighette" sulla biancheria.
In piazza iniziavano i riti propizatori contro gli spiriti malvagi, illuminata con fiaccole,si recitavano le giaculatorie, vere e proprie preghiere pagane.,ci si bagnava le mani con l'acqua della fontana nella chiesa di S.Giovanni in Laterano,resa magica dal santo.
Col tempo ha preso la connotazione di festa musicale e si svolgeva,a partite dalla fine dell'800, un vero e proprio festival della canzone romana.
Come si può vedere, tutto ha un significato.
Noi romani , i romani de Roma, siamo molto attaccati alla nostra città, e alle nostre tradizioni.
Il concerto del 1°Maggio ha anche questo significato, un esorcismo, una speranza, una festa.
Ognuno ha i suoi esorcismi da fare, io ho i miei.
Quello attuale è rivedere Roma viva come qualche anno fa.
Ora ha più le sembianze della Roma del ventennio che non quella de' noartri.